AGROPOLI. Sabato 15 giugno alle ore 18;30 ci sarà l'inaugurazione dell'opera d'arte contemporanea "I Continentali" del maestro Alessandro Grazi presso la Fornace di Agropoli (spazio antistante) nell'ambito del Progetto Cilento PAC - Percorsi d'Arte Contemporanea della Fondazione de Stefano, ideatrice Angela Riccio.
ALESSANDRO GRAZI
Alessandro Grazi vive a Siena e lavora ad Asciano nella sua Art Lab Gallery nelle Crete Senesi. Pittore e scultore senese attivo nel panorama artistico e culturale internazionale per la sua sperimentazione grafica e materica di grande spirito ironico e critico che risente sia dei richiami dello Spazialismo che del Futurismo. L'artista utilizza lo spazio dell'opera come una pagina bianca su cui tracciare linee e grafismi, disporre disegni ed immagini, intervallando il tutto con frasi, tagli pittorici, unendo abilmente la ricerca visiva, tipica del pubblicitario, con un'idea di più ampio respiro poetico. Nei sui lavori spazio grafico, immagine e parole si amalgamano con continuità visiva in una solida relazione dinamica, fatta da principi percettivi, da una vivida sensibilità cromatica e da una marcata evidenza grafico-espressionista. Gesti dinamici che giocano con gli spazi, le superfici, la materia dei suoi supporti, le trame di colore, i bi-cromi bianchi e neri e il disegno deciso con forte evidenza figurativa. Le prime mostre risalgono al 1980 ed ha partecipato ad ArteFiera e a Miart. Nel 2007 ha dipinto il Palio di Siena dedicato alla Madonna di Provenzano. Grazi è stato apprezzato in questi anni per le molte mostre, personali ed eventi in Italia, Europa, Stati Uniti e Oriente. Ricordiamo nel 2017 la Master Class di Infinity a Londra e a Dubrovnik. Nel 2018 la antologica «CelebrAle» a Rovigo e la personale “Spatialism and Futurism” a New York, Galleria Nancy Dryfoos, su invito delle gallerie Kean University.
I CONTINENTALI
‘I Continentali’ sono le sei figure umane stilizzate e multicolori che rappresentano i sei continenti che nel futuro vorremmo uniti ed in pace. Asia, Africa, Europa, America, Oceania e Antartide sorreggono insieme a braccia alzate, e in girotondo, un cilindro intagliato e forato che punta il cielo. L’opera infatti è fruibile anche entrando all’interno e guardando verso l’alto. Dal centro della scultura lo spettatore avrà una sorta di immaginario cannocchiale che si concentra su di una porzione di cielo e di effetti luce. Cielo di speranza: nostro ma di tutti. Come le cose che succedono sulla terra che non è più possibile siano demandate alle soluzioni dei singoli popoli dei Continenti. Spostando invece lo sguardo attraverso le figure in circolo, e i simboli ritagliati su di esse, potranno essere visti scorci di paesaggio e di mare che circondano il luogo dove è collocata. La scultura è volutamente pensata con un intento di coralità a tutti i livelli infatti vuole innescare anche la gioiosa interazione di chi verrà a visitarla e sarà influenzato dal suo significato. Infine, ma non il meno importante, l’intervento naturale del vento che girerà i simboli collocati in alto. Come banderuole che fanno risuonare l’opera aggiungendo un altro elemento sensoriale.