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SPUNTA ATTO DELLA GDF
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Capaccio Paestum, nuova parrocchia di San Vito: bufera in Consiglio comunale
Alfonso Stile
19 settembre 2024 21:22
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CAPACCIO PAESTUM. Bagarre nel corso del Consiglio comunale tenutosi, nel pomeriggio, a Capaccio Paestum. Il consigliere di opposizione Emanuele Sica avrebbe portato, all’attenzione dell’assise civica, un atto d’indagine della Guardia di Finanza coperto da segreto istruttorio, ignoto all'Amministrazione e all'ente civico, per poi consegnarlo al Sindaco e inducendo l’assise ad acquisirlo agli atti del consesso allo scopo di valutare da dove provenga, come l’abbia avuto e chi l’abbia diffuso.

La bufera è scoppiata al punto 6 all’ordine del giorno, relativo all’approvazione in variante al vigente P.R.G. del progetto 'Nuovo Complesso Parrocchiale San Vito in Capaccio Scalo Piazza Santini'. Il consigliere Sica, invitando l’assise a votare la variante solo dopo eventuali pronunce di organi competenti chiamati ad esprimersi sulla legittimità della donazione fatta all’epoca dall’Amministrazione Palumbo alla Parrocchia di San Vito, "nell’interesse sovrano della comunità", ha letto alcuni passaggi dell’atto delle Fiamme Gialle, descritta da Sica come una relazione della Guardia di Finanza, alla Procura della Repubblica di Salerno, a seguito di un esposto presentato dall’ex senatore Gaetano Fasolino.

L'ATTACCO DI SICA - Questa l’introduzione di Sica, leggendo alcuni passaggi dell’atto: “C’è una relazione a conclusione di un’indagine della Guardia di Finanza che, rispetto alla cessione dei beni alla chiesa e del fondo in usufrutto per 99 anni, si esprime in modo chiaro e dice: dallo scrutinio della documentazione acquisita emergono condotte dell’Amministrazione comunale decisamente censurabili, partecipate in alcuni atti perplessi e illogici, determinativi di consistenti danni patrimoniali, di fatti il trasferimento a titolo gratuito dei beni disponibili comunali, motivato da una convenzione rilevante la valorizzazione degli stessi, ha consentito di aggirare maldestramente le normative e le procedure assentibili, configurando atti giuridici agevolmente annullabili. Il federalismo demaniale costituisce intervento essenziale delle operazioni di ottimizzazione e razionalizzazione dei beni pubblici, giustificata dalla mutata esigenza che essi sono anche uno strumento incrementativo di liquidità statale. Appare pertanto scontato sostenere che la valorizzazione del bene non può che essere rivolta alla tutela dell’interesse della collettività, che viene assicurato dal corretto impiego dell’azione amministrativa per mezzo dei criteri di trasparenza e concorrenza nella scelta del contraente, esclusi dalle procedure causa donandi riferite”.

“Questo ci dice che - ha aggiunto Sica - i beni donati alla chiesa sono stati assegnati con una procedura illegittima ed irregolare - sebbene esclusa dai criteri indicati dall’azione amministrativa e dall’art. 3 bis comma 1 del D.L. 351/2001, la donazione ancorché funzionalizzata all’interesse pubblico, non rientra tra le tipiche modalità di valorizzazione del patrimonio ipotizzate dal legislatore, che avrebbe invece richiesto, ex legge, una valutazione patrimoniale di stima da parte dell’Ufficio Tecnico comunale, sulla base del valore di mercato e dall’analisi delle caratteristiche dei beni, quali consistenza, stato conservativo, normativa urbanistica, qualità ambientale, potenzialità economica, ai fini di consentirne compiutamente la gestione ed il corretto impiego”. 

“A fronte di ciò, la Guardia di Finanza dice - conclude Sica - che alla luce delle risultanze documentali e degli orientamenti giurisprudenziali in materia, appare evidente che la liberalità accordata, sia quale concessione in proprietà, sia quale diritto diretto reale di godimento di superficie, non è ammissibile, perché determina un impoverimento del patrimonio comunale, non essendoci stata alcuna utilitas in termini di uso e proprietà. Depauperamento valutabile da un consulente tecnico ma che non può essere inferiore a centinaia di migliaia di euro considerando che, secondo valutazione minima dell’Osservatorio del mercato immobiliare, i soli mq indicati nell’atto donativo, escluso il terreno e la chiesa, ammonterebbero a circa 550mila euro; del danno corrispondono gli amministratori consenzienti cui alla delibera consiliare n. 96 del 30/11/2018. Nonostante il danno causato e le approssimazioni gestionali evidenziate, si ritiene che la condotta posta in essere dall’Amministrazione capaccese sia illegittima, e si chiede il nulla osta per segnalare il danno erariale alla Procura Regionale della Corte dei Conti”. 

LA REPLICA DI ALFIERI - Al termine della lettura, il sindaco Franco Alfieri ed il presidente del Consiglio comunale, Angelo Quaglia, hanno fatto acquisire il documento, consegnato spontaneamente da Sica, definito “informativa” dal primo cittadino capaccese, il quale ha affermato nel proprio intervento di replica:  “Qui nessuno vuole mettere in discussione un’informativa della Guardia di Finanza sconosciuta e che, se è stata depositata il 1° luglio 2022, ancora non è accaduto nulla… io sono molto curioso di capire come sia potuto uscire fuori un atto d’indagine visto che né in Comune né ad alcun amministratore risulta pervenuto alcun avviso di conclusione d'indagine preliminare al riguardo, eppure si parla di un danno erariale che investe l’ente stesso come parte offesa. Un atto d’indagine uscito dal cilindro, di cui non contestiamo il contenuto, ma di cui non sappiamo né la provenienza nè come è stato ottenuto, e non è una cosa banale! Si tratta di un atto coperto da segreto istruttorio, datato due anni fa, portato oggi all’attenzione del Consiglio comunale: questa è una cosa grave! Perché potrebbe essere seguito un avviso di conclusione di indagini preliminari, o un rinvio a giudizio, quindi ci potrebbero essere degli indagati, di cui però né l’ente civico come parte offesa né noi amministratori sappiamo nulla! È una cosa gravissima, perché con questa informativa, oggi, si cerca di mettere paura ad un consesso comunale su un atto interno di un’indagine che nessuno conosce. Nonostante ciò, la Guardia di Finanza fa la Guardia di Finanza e noi gli amministratori, e condividiamo la donazione fatta all’epoca dal compianto sindaco Palumbo e dalla sua amministrazione. Questa volta saremo noi a chiedere come è uscito fuori quest’atto d’indagine secretato".



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