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DOPO RICORSO DI DUE OCCUPANTI
DOPO RICORSO DI DUE OCCUPANTI
Capaccio Paestum, immobili ex Ersac del Comune: Consiglio di Stato ‘congela’ la vendita
Alfonso Stile
21 dicembre 2023 11:46
Eye
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CAPACCIO PAESTUM. Alienazione ed assegnazione dei beni ex Ersac di proprietà comunale a Borgo Gromola, Via Fornilli e Viale degli Ulivi a Spinazzo. Con apposita ordinanza, i giudici della settima Sezione del Consiglio di Stato hanno congelato di fatto la vendita degli immobili, a seguito del ricorso presentato da due inquilini, madre e figlio, che per anni hanno occupato due appartamenti messi a bando, ribaltando la decisione del Tar di Salerno che, invece, ne aveva respinto l’istanza cautelare.

Lo scorso mese di agosto, il Comune di Capaccio Paestum pubblicò il bando per l’alienazione dei beni, prevedendo il diritto di prelazione in favore degli attuali occupanti: secondo il Consiglio di Stato, in fase cautelare e dunque non definitiva, i medesimi alloggi andavano assegnati secondo le norme dell’edilizia residenziale pubblica, ovvero come stabilito dalla Regione Campania nell’atto di trasferimento gratuito degli immobili al Comune, che nel concludere la procedura di vendita aveva ricavato circa 1.4 milioni di euro.

“Ritengo che spesso, in politica, vada applicato il metodo deduttivo - spiega il consigliere comunale Antonio Di Filippo, che ha seguito da vicino il bando - ovvero, dato l’assioma e fissato l’obiettivo da raggiungere, si sceglie la strada, la norma applicabile, per raggiungere il risultato. Nel caso specifico, l’Amministrazione Alfieri si è prefissa l’obiettivo di fare in modo che gli attuali occupanti degli immobili, che per oltre 40 anni li hanno abitati e manutenuti con sacrifici, e che non hanno mai potuto formalizzarne l’acquisto, non per colpa loro, potessero finalmente diventarne proprietari. Ebbene, secondo la procedura adottata dal Comune, la quasi totalità degli attuali inquilini si sono visti aggiudicare i beni ad un prezzo certamente congruo al valore degli stessi. Fermo ed in pregiudicato l’esito definitivo del giudizio pendente, nel caso di accoglimento anche nel merito del ricorso, ci sarebbe il rischio per gli attuali occupanti, aggiudicatari, di vedere i ‘loro’ beni soggetti ad una nuova procedura e, probabilmente, assegnati a terzi”. 

“Preciso che su 11 unità residenziali abitative messe a bando, ben 9 sono state assegnate agli attuali occupanti: le altre due sono proprio quelle occupate dai ricorrenti, che però non hanno esercitato il diritto di prelazione pur avendone facoltà - conclude l’avv. Di Filippo - da ultimo, i restanti 16 beni messi a gara consistono in unità agricole e commerciali, pur nella maggior parte assegnate agli attuali occupanti, che certamente non rientrano nell’ambito di applicazione dell’edilizia popolare. Una cosa è certa: le nove famiglie capaccesi che, dopo una vita, avrebbero potuto trascorre il loro primo Natale nella casa finalmente di proprietà, si vedono ora negata la gioia di firmare il contratto d’acquisto”. La questione, dunque, resta ad oggi sospesa in attesa della pronuncia nel merito dei giudici amministrativi, chiamati ad esprimersi definitivamente.



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